Ciao, mi chiamo Heidi Leitner, sono una scultrice Alto Atesina. La mia è un’arte dell’osservazione, la quale ha per oggetto la percezione visiva di differenze finissime, asperità e irregolarità in una struttura dall’aspetto manifestamente uniforme.

Sono le contraddizioni, se così si vuol dire, che mi interessano: l’ingenuità giovane e la maturità pregna di esperienze, il “qui” tangibile e la lontananza piena di luce, il gattino spensieratamente giocoso e il ladro estremamente concentrato. Non si trovano mai, ascoltano attentamente, percepiscono la prossimità di chi sta loro di fronte e l’uno sente il respiro dell’altro; ma non si sopportano. Questo sottile trascinare e punzecchiare un’ostilità di antica data è il tema della mia arte. Non è questione di abbandonare l’uno o l’altro polo e non è nemmeno una questione di conciliazione. L’unico obiettivo è osservare e guardare i piccoli dettagli. E io penso che si possa vedere dov’è il punto dolente; io stessa non vedo di più e nemmeno molto meglio di quanto lo possa fare l’abitudine, ma il mio sguardo è mirato e preciso: io osservo e da qui nasce la mia arte. Il processo artistico porta alla congiunzione dei grandi tre (la cui collera, o il cui ghigno estasiato, si incontrano): l’io, che ha trattenuto un’osservazione; lo sguardo profondo del pubblico e l’opera osservata. Qui risiede il mio obiettivo artistico: prendere noi tre per mano e condurci in un luogo dove, indisturbati, siamo vicini e possiamo guardarci l’un l’altro. Un luogo in cui ci porta solo il girotondo artistico.